TUTTO MANTEGNA 2: UNA SCOPERTA A 360 GRADI


Ci sono mostre destinate a durare nel tempo come quella che inizia nella stanza a 360 gradi e che continua tra “La conquista della realtà” e “Luce e colore a Venezia”. Quest’ultima accoglieva la magica teca dove lentamente, davanti agli occhi dei visitatori, una piccola tavola diventava sempre più luminosa, nitida, vivace nei colori. Una storia avvincente raccontata con le immagini che danzano e gli originali delle stesse. Perchè siamo in un museo, non in una sala proiezioni che può trovare spazio ovunque.

Immagine: Mantegna, Resurrezione, Accademia Carrara, Bergamo

https://www.lacarrara.it/catalogo/81lc00169/
Audio integrale: Mostre per tutti n. 115, 8 giugno 2019
Il pubblico era stato coinvolto in una avvincente scoperta. Per diverse settimane una piccola opera si trasformava lentamente davanti agli occhi dei visitatori. Il quadro diventava sempre più luminoso, nitido, vivace nei colori.
Ma di che scoperta stai parlando?
Il valore di una tavola di soli 8 mm di spessore era aumentato improvvisamente grazie ad una nuova attribuzione. Così venne sottoposta ad un intervento in diretta, davanti agli occhi dei visitatori che potevano interagire con la restauratrice.
Mi ricorda qualcosa. Ci avevi parlato di una teca trasparente collocata all’interno di un museo. Uno spazio molto più piccolo di quello della stanza trasparente del museo di Brera. Quando i restauratori sono all’opera i visitatori possono seguire il loro lavoro.
Ma la piccola teca trasparente era temporanea.
Proprio così. Ti ricordi la puntata che abbiamo dedicato ai tagli delle opere d’arte? Anche in questo caso gli storici dell’arte hanno messo insieme i pezzi di un complicato puzzle.
E’ il loro gioco preferito!

Ora entriamo nella quarta sala del museo, dedicata al Rinascimento nell’Italia settentrionale, della quale sono state messe in evidenza tre opere. La prima faceva parte di un cassone nuziale.

Mi ricorda due opere (1500-1510) degli inizi del 1500, commissionate come regalo di nozze, riunite per la prima volta in occasione di una mostra.

Una delle due è proprio in questa stanza. E’ quella con le storie di Virginia dipinta da Botticelli.

Molti dipinti sono stati separati e venduti ad acquirenti diversi.

L’opera attorno alla quale è stata costruita la mostra è stata invece divisa in varie parti. Una fa parte di una collezione privata, mentre l’altra è la tavola custodita dal Museo che ha allestito la mostra. E’ stata eccezionalmente esposta senza cornice, così è stato possibile apprezzare la tavola in ogni punto, il recto, il verso e i lati assai sottili.
Mi ricorda una mostra che l’Accademia Carrara di Bergamo aveva allestito in occasione della preparazione del catalogo. Le opere erano visibili su entrambi i lati.
A quell’epoca non vi erano certezze sul nome dell’autore anche se era stato scritto da un antiquario sul retro della tavola. Sul verso è riportato due volte, direttamente sulla tavola e su un cartellino, il numero 157 che si collega alla raccolta di cui fa parte.
Chissà se qualche ascoltatore avrà riconosciuto il dipinto. La mano dell’artista ha trovato valide prove. Ci avevi già raccontato che l’importante attribuzione era stata sancita da una mostra alla National Gallery di Londra dove la tavola è stata esposta insieme alla metà mancante.
Questa storia avvincente è stata rappresentata a 360 gradi sulle pareti della nuova stanza che è stata aggiunta agli spazi del Museo.
E’ il momento di svelare che stai parlando dell’Accademia Carrara.
Come è stata concepita questa spettacolare proiezione ideata dalla pinacoteca bergamasca?
L’evento, intitolato RE-M Experience, è stato caratterizzato da una multi proiezione sulle pareti e sul pavimento.
Ha un significato onirico come sembra suggerire il titolo?
Durante la fase REM del sonno le palpebre sbattono. Invece durante la proiezione RE-M Experience gli occhi dei visitatori sono sollecitati in un modo diverso. Le immagini scorrono sulle superfici verticali e orizzontali accompagnate dalla musica. Narrano come il conservatore della Carrara, Giovanni Valagussa, ha collegato la piccola tavola bergamasca della “Resurrezione” alla parte mancante, la “Discesa al limbo” già attribuita al Mantegna.
E’ uno show accattivante come quelli che vanno tanto di moda?
Di solito durante i grandi eventi multimediali dedicati all’arte il pubblico entra in una stanza dove le immagini delle opere danzano su tutte le superfici. Sembrano rincorrere il ritmo scandito dalla colonna sonora che accompagna l’evento. Invece in questo caso, quando gli spettatori escono dalla proiezione, entrano nelle stanze dove si ammirano i quadri originali.
Insomma non è solo uno spettacolo con le immagini dei dipinti perché gli spettatori poi incontrano le opere vere. In un museo, non in uno spazio qualunque.
L’evento RE-M Experience è stato dedicato alla ricostruzione delle tappe di una importante attribuzione, dall’indagine preliminare nei depositi del museo, alla scoperta che un lato dell’opera combacia perfettamente con un’altra tavola, alle analisi in luce ultravioletta e infrarossa che confermano il valore del dipinto bergamasco fino alla precisa ricomposizione in formato digitale delle due opere.
E’ una bella storia che si rivive ogni volta che si entra nelle stanze della pinacoteca dove la “Resurrezione” del Mantegna è parte integrante dell’esposizione permanente.