Idiomi Celesti. Lume Online. Gennaio 2024 – Edizione Speciale
Attività divulgative per i cittadini, le scuole, i gruppi e gli enti di Lumezzane,
a cura del Centro Studi e Ricerche Serafino Zani. osservatorio@serafinozani.it – zanihome.it
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PROGETTO “IDIOMI CELESTI”
“E quindi uscimmo a riveder le stelle” (Inferno XXXIV, 139)
E sion jic de fora a veder endò le steile (lingua ladina)
En hè hbödàch fò a edhe turna le htèle (dialetto lumezzanese)
DALLE VALLI ALPINE UN PONTE VERSO IL CIELO
SCOPRIRE GLI ASTRI CON LE PAROLE DELLA LINGUA LADINA E IL LUMEZZANESE
Il progetto “Idiomi celesti” ha come finalità la divulgazione astronomica e la promozione dell’osservazione dei corpi e dei fenomeni celesti visibili ad occhio nudo. Il progetto è nato con l’intento di coinvolgere le comunità locali delle aree alpine dove si parla la lingua ladina e della valle di Lumezzane (Brescia) il cui dialetto ha una forte caratterizzazione. Infatti gli “Idiomi celesti”, che verranno diffusi con cadenza mensile, saranno disponibili in lingua italiana, ladina e in dialetto lumezzanese. Il progetto è stato ideato dall’Osservatorio Serafino Zani (Lumezzane) e si avvale della collaborazione di Francesca Limiroli, divulgatrice astronomica della Val di Fassa, e Ivan Prandelli, da molti anni attivo collaboratore dell’Osservatorio Serafino Zani. Gli ideatori del progetto confidano che questa originale iniziativa riesca a catturare l’attenzione delle comunità locali, con l’auspicio che altri enti promuovano iniziative simili nei loro territori. L’Osservatorio Serafino Zani si farà promotore della conoscenza di queste nuove attività (inviare le informazioni a: osservatorio@serafinozani.it).
Tutte le novità riguardanti il progetto “Idiomi celesti” verranno segnalate sulle pubblicazioni e sulle pagine web nelle quali l’Osservatorio Serafino Zani descriverà il progetto.
Le prime due registrazioni sono dedicate alla Via Lattea e all’inquinamento luminoso. La striscia biancastra della nostra galassia è visibile, nelle notti senza Luna e prive di nubi, solo nelle zone con scarso inquinamento luminoso. Purtroppo le luci inutilmente diffuse verso l’alto cancellano le stelle e quindi impediscono l’osservazione del vero aspetto del cielo notturno. Proprio in febbraio ha luogo la Giornata nazionale sull’inquinamento luminoso (https://www.planetari.org/giornata-nazionale-sull-linquinamento-luminoso/) che da quest’anno coincide con la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili (16 febbraio).
Quelli che seguono sono i testi dei primi due “Idiomi celesti” in lingua italiana, ladina e dialetto lumezzanese. Sono inoltre disponibili le rispettive registrazioni audio.
LA VIA LATTEA, LA NOSTRA GALASSIA
E’ come una enorme isola piena di stelle. L’Universo è popolato da queste “isole”, infatti lo possiamo immaginare come un oceano infinito con un altrettanto infinito numero di queste “isole”. La nostra “isola”, quella della quale fa parte il Sole insieme a miliardi di altre stelle, si chiama Via Lattea. Si vede ad occhio nudo ma solo nei cieli sereni, molto bui e senza Luna. Appare come una debole striscia luminosa che attraversa l’intera volta celeste.
“La Via Latea”, noscia galassia (lingua ladina)
La é desche na grana isola fita e toca de steile che le stasc adum. L’univers l’é pien e ras de cheste “isole”, belapontin se pel l pissar desche n ozean zenza fin con n grumon de “isole”. Noscia “isola”, chela olache se troa l soreie ensema a la tera, ai autres pianec e a miliarc e miliarc de steile, à inom Via Latea. L’é senester la veder con nosc eies, zenza durar strumenc, ma la doventa demò canche l ciel l’è seren, n muie scur e zenza luna. La somea desche na debola strizola lumenousa che passa via l ciel da na man a l’autra.
Via Lattea, la Bià dele htele (dialetto lumezzanese, in corsivo la traduzione in italiano)
L’è ehtèh dè ö muntù de htele tradhe enhema. E’ formata da un mucchio di stelle raggruppate. L’universo l’è pie de quii mocei que, giü per cantù. L’universo è pieno di questi cumuli, in ogni angolo. Fe cün che ‘l hàpeh ö gran mar pie culem de ruhù de htele. Immaginatelo come un gran mare pieno di isole di stelle. Ol noh roh, endoe ghè ol hul, la tera e ioter pianeti, e meliarde de htele, el hè ciama “Via Lattea” , la Bià dele htele. La nostra isola, dove si trova il sole, la terra e gli altri pianeti e miliardi di stelle si chiama via lattea. Hè ria a edela co iöch, henha strömegn, ma hul hè ghè heree, bel hcüür, quanta ghè mia la lüna. La si riesce a scorgere ad occhio nudo, senza strumenti, ma solo se il cielo è sereno e buio, e quando non c’è Luna. La homea prope ö henterulì che taia fo töt ol ciel da öna banda a l’otra. E’ in tutto simile ad un sentiero che congiunge il cielo da un lato all’altro.
Nota bene: in corsivo la traduzione in italiano, quando il testo in dialetto è diverso da quello della frase iniziale.
INQUINAMENTO LUMINOSO
Se illumini l’ambiente dove non serve, quando non ce n’è alcun bisogno, oltre a sperperare denaro contribuisci all’inquinamento luminoso e atmosferico, cancelli la visione degli astri, soffrirai d’insonnia e ti sentirai più irritabile e stanco, oltre ad avvantaggiare i malintenzionati, che sfrutteranno l’illuminazione per svaligiarti più agevolmente la casa. Sii avveduto, riduci gli sprechi, spegni la luce ed accendi il cervello, il 16 febbraio. Ricordatelo: prova ad abbassare le luci, senza timori.
Inquinamento luminoso (lingua ladina)
Se tu empee la lum te n post olache no serf, canche no l é de besegn, estra che petar demez scioldi, tu favoresce l entesseament lumenous e atmosferich, tu descancele la vijion di astres, no tu saras bon de dormir, tu saras deribolent e strach, amò apede tu didaras fora i malandrins che se emprevalarà de chesta lum par te robar più sorì te ciasa. Sibieste ascort, no dezipar la ressorsa, destuda la lum e empea l cervel, ai 16 de firé. Recordate: proa a arbassar la lum, zenza tema.
Inquinamento luminoso (dialetto lumezzanese)
Hè te mpehet hö i löm endoe te ocor mia, quanta ghe mia bedhogn, non bahta maià fo i hoi dela corente endaren, te empiahtret hö ‘l ciel, te edhet piö gna le htele, te fe fadiga a ciapà hon de not, a fa ihè te hi hemper gneck e htrak, e te ghe fe ö piaher ai ladher , che i ghe uet piö be e i te hranfa bià töt . Met a meet, tì a maa, hmorha la luce, empeha ‘l hervel, ol hedeh de febrer. Tì a men, pröa a hmorha dho, henha pora.
Testi in lingua ladina, e registrazioni audio, a cura di Francesca Limiroli.
Testi in dialetto lumezzanese, e registrazioni audio, a cura di Ivan Prandelli.